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Ma Jian Spaghetti cinesi
During a chinese dinner a daily and artistic conversation between a writer and a blood donor: in his last novel, The noodlemaker, Ma Jian drowns a fresco on present China both with a realistic view and a magical approach. Immaginiamo uno scrittore che ogni domenica cena con un donatore di sangue,due professionisti dalle scelte di vita e filosofie differenti che sono per loro lo spunto infinito per uno scambio di esperienze. Immaginiamo che allo scrittore abbiano commissionato un romanzo su un personaggio famoso,tale Lei Feng,ma che non riesca a cominciarne la stesura perché la sua mente è popolata da altri personaggi e da altre narrazioni.Nel corso di una cena lunga fino all’alba del giorno successivo lo scrittore racconta all’amico proprio queste vicende immaginifiche e tragicomiche.L’ultima stanza illuminata dal chiarore delle prime luci vedrà uscire di scena lo scrittore,mentre il donatore di sangue si siede alla scrivania dell’amico,impaziente di cominciare una nuova attività.Questo romanzo Spaghetti cinesi di Ma Jian è in fondo l’occasione per avventurarsi in modo disincantato e lucidissimo nella Cina contemporanea. Nato nel 1953, Ma Jian fa parte della diaspora degli intellettuali cinesi,tutti quegli artisti che hanno lasciato il suolo natio quando le loro opere ne sono state bandite. Prima a Hong Kong e poi a Londra dove attualmente risiede, Ma Jian continua a raccontare la Cina post-Tienanmen con le sue contraddizioni e i suoi nuovi riferimenti. Come già nell’altro suo romanzo Polvere rossa (uscito per Neri Pozza nel 2002) troviamo una nazione che si è lasciata alle spalle la rivoluzione culturale e si è avviata verso un nuovo modello di sviluppo,in cui democrazia e ricchezza sono spesso il sinonimo più accreditato. Proprio quella Cina che da poco e per la prima volta ha accolto a Shangai i rolling Stones in concerto. In Spaghetti cinesi Ma Jian si affranca definitivamente dall’autobiografismo dei lavori precedenti per puntare l’obbiettivo su comportamenti e vicende che non lasciano spazio a nessuna banalità consolatoria ma che casomai spiazzano per la loro improbabile architettura.La conversazione conviviale fra lo scrittore e il donatore di sangue è soprattutto la grande cornice per un susseguirsi di quadri esemplari della società odierna.C’è tanta crudezza quanto allo stesso tempo magia.Così le storie e i loro protagonisti sono sospesi fra realtà e finzione:il confine sfugge continuamente e Ma Jian ci riporta da una parte all’altra nello scarto di poche righe.Spaghetti cinesi è un romanzo tanto corrosivo quanto complesso che non si limita comunque all’affresco sociale. Un link importante fra i vari racconti è rappresentato dal corpo dei personaggi,quel fascio di sangue e ossa usato e abusato nelle situazioni più disparate,dall’amore al teatro-verità al sostentamento economico al dileggio extra coniugale.Per Ma Jian il corpo sembra essere il simbolo più concreto per la nuova società e le sue mitologie,l’elemento imprescindibile per queste favole dissacranti.Coinvolgendo il proprio o l’altrui corpo,i personaggi di questa galleria arrivano a toccare l’estremo possibile delle loro vicissitudini.Nella sua irriverenza a qualsiasi moralismo,Spaghetti cinesi rimane un romanzo divertente e profondo. Elisabetta Beneforti |
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